La luna

La luna

Un giorno all'improvviso
la luna si stancò
di guardare il mondo di lassù;
prese una cometa,
il volto si velò
e fino in fondo al cielo camminò.
E sorpresa fù
che la bianca distesa
non fosse neve.
Eran solo sassi
e i piedi si ferì,
piangendo di nascosto lei fuggì.
Affrontare il mondo a piedi nudi
non si può
e dall'alto a spiarlo lei restò.
E sorpresa non è più
che la bianca distesa
non sia neve.

Tanti anni fa

Nelle acque di quel lago
la mia donna si bagnava
poi sciogliendosi i capelli
una storia raccontava,
di un castello in fondo al lago
tanti anni fa,
tanti anni fa,
ed io ora te la canto
fu un giorno a mezza estate
mentre il sole ci scaldava
io all'ombra di quei rami
al suo canto mi assopivo
Spesso questo ci accadeva
tanti anni fa,
tanti anni fa,
ed io ora te lo canto.
Era sera sai,
era sera ormai
e di colpo mi svegliai.
Era sera sai,
era sera ormai
e da solo mi trovai,
nel lago.
Forse per curiosità
lei scese dal lago
so che un giorno salirà
per me
Era sera sai,
era sera ormai
e di colpo mi svegliai.
Era sera sai,
era sera ormai
e da solo mi trovai,
Nelle acque di quel lago
la mia donna si bagnava
tanti anni fa,
tanti anni fa,
Tanti anni fa,
tanti anni fa.

Donna mia

Il tuo vestito lungo
che sfiora il prato,
e quella tua dolcezza
che si è vestita a festa
io l'ho riconosciuta,
Donna mia.
Dal sogno il passo è stato breve,
se ti ho seguito non ricordo,
senza vederti ti ho sognato,
donna mia.
Le tue mani antiche
si aprono lievi
e porgi i tuoi frutti,
la tua terra è ricca;
non ti ho aspettato invano,
donna mia.
Se ti ho seguito non ricordo,
senza fatica ti ho creduto,
senza dolore mi hai voluto,
donna mia.
I tuoi occhi larghi
cancellano i segni,
mi guardi ed io non fuggo,
mi ascolti ed io mi chino,
non ti ho sorriso invano,
donna mia.
Mai niente è andato perduto,
se ho avuto freddo non ricordo,
senza vederti ti ho toccato,
donna mia.

Gli alberi sono alti

Gli alberi sono alti, le foglie crescon verdi
Da quanto tempo non vedevi il tuo amore,
da tanto, ed oggi è tornato tutto solo:
è giovane ma crescerà.
Padre, o padre, mi hai fatto un grave torto
mi hai dato in moglie a chi è poco più di un bimbo,
ha quindici anni ed io già quasi venti:
è giovane ma crescerà.
Figlia, o figlia, non ti ho mai fatto torto,
ti ho dato in moglie al figlio di un Signore,
il tuo bambino sarà ricco e rispettato:
è giovane ma crescerà.
Padre, o padre, domani sarò sola,
lo manderanno lontano un anno ancora,
e al suo ritorno avrà un figlio a lui straniero:
è giovane ma crescerà.
Ieri al mattino seduta al tuo balcone
spiavi i ragazzi giocare per la strada,
il tuo vero amore di loro era il più bello:
è giovane ma crescerà.
Un anno dopo aveva preso moglie,
il tempo passa ed è padre di un bambino,
il tempo corre ed il tuo fior sulla sua tomba:
è giovane ma crescerà.

Notturno

Dormono le cime dei monti, dormono le valli,
le famiglie dei rettili nella nera terra,
dorme la belva e la stirpe delle api,
gli uccelli dalle lunghe ali.
Dormono le cime dei monti, dormono le valli
i mostri negli abissi del rosso mare,
dorme la belva e la stirpe delle api,
gli uccelli dalle lunghe ali.
Con il resto dei tuoi sogni
costruisci una nave,
con il resto dei tuoi sogni
hai tessuto le vele,
per vederla scivolare sul fiume
mentre siedi ad aspettare
di vederla risalire.
Con il resto dei tuoi sogni
costruisci una nave,
con il resto dei tuoi sogni
hai tessuto le vele
per vederla scivolare sul fiume
mentre siedi ad aspettare
di vederla risalire.

Rifluisce il fiume

Cosa dice il monte alla neve
che si scioglie e va?
Non racconta poesie, ma sa...
Rifluisce il fiume se la neve va,
foglie, verde e fiori e la pioggia lo bagnerà;
Il cerchio della vita lei a lui riunirà.
Cosa dice alla madre il figlio
che crescendo va?
Non racconta poesie ma sa...
Rifluisce il fiume se la neve va,
Scendono i sentieri fino al punto che li unirà;
Il cerchio della vita lei a lui riunirà
E niente mai perduto va, al centro tornerà.
E niente mai perduto va, al centro tornerà.
E niente mai perduto va, al centro tornerà...
Cosa dice il ramo alla foglia
che all'autunno va?
Non racconta poesie ma sa...
Rifluisce il fiume se la neve va,
di certo a primavera come gemma lei tornerà;
Il cerchio della vita lei a lui riunirà.
Cosa dice il vecchio alla morte
che in attesa sta?
Non racconta poesie ma sa...
Rifluisce il fiume se la neve va,
danzano le cose e la danza non finirà.
Il cerchio della vita lei a lui riunirà.
E niente mai perduto va, al centro tornerà.
E niente mai perduto va, al centro tornerà.
E niente mai perduto va, al centro tornerà...

Confessioni di un malandrino

Mi piace spettinato camminare
il capo sulle spalle come un lume
e mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell'ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi mi offende
scampi alle punte del forcone.
Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete
il Signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del Paese
e ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.
Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale
e vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.
Voglio bene alla patria
benchè afflitta di tronchi rugginosi
m'è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all'ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'Aprile,
sembra quasi che l'acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.
Dal nido di quell'albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
e giri a coda bassa nel cortile
ignaro delle porte dei granai.
Mi sono cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po' di pane
e si mangiava come due fratelli
una briciola l'uomo ed una il cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa chge vi tocchi.
Buona notte alla falce della luna
sì cheta mentre l'aria si fa bruna,
dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.
La notte e` così tersa,
qui forse anche morire non fa male,
che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.
O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome,
voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.

Primavera

Ed ora sciogliti i capelli,
che ti coprano le spalle,
che si avvolgano ai tuoi fianchi,
hai dormito un lungo inverno,
ora vesti la tua gioia.
Inginocchiati alla fonte
e purifica le labbra
dal sapore di quel sonno,
hai sognato un lungo inverno,
ora vivi la tua gioia.
Ora sei la nube che va,
sei l'erba, il fiore,
ruscello che oggi torna,
Se sei uomo o donna, chissà,
o la farfalla che oggi o domani fuggirà.
...e le tue mani sono dolci inganni.
I tuoi passi non han tempo,
stai vivendo senza età,
puoi danzare fino a sera,
puoi amare fino all'alba,
che la gioia sia con te.
...e le tue mani sono dolci inganni.

La danza

E gira e va,
e balli la danza,
ti ritrovi già
più in là... più in là
E gira e va,
e balli la danza,
ti ritrovi già
più in là... più in là
E gira e va,
e balli la danza,
ti ritrovi già
più in là... più in là